Bergamo unita contro il genocidio

Prosegue e si amplifica sempre più il genocidio in atto a Gaza con la complicità dei governi occidentali e del benestare trumpiano e, prosegue di conseguenza, la lotta delle persone libere che credono nei valori dell’umanità e nel diritto del popolo palestinese in generale, e di Gaza in particolare, a vivere ed a lottare per la liberazione dall’occupazione dello stato sionista.

Una occupazione che dura da oltre 70 anni trasformatasi dopo il 07 ottobre 2023 in un vero e proprio genocidio in diretta live.

Ieri pomeriggio, Bergamo ha visto sfilare tra le sue vie un fiume di persone in un corteo che ha registrato una vasta partecipazione di associazioni, centri islamici, associazioni di giovani palestinesi, studenti universitari, rappresentanti del settore sanitario e moltissime altre organizzazioni del terzo settore e persone libere unite al grido di “Palestina Libera”.

In termini di numeri

Si stimano circa 3000 persone che hanno chiesto in coro uno stop immediato al genocidio, l’accesso incondizionato degli aiuti umanitari alla striscia di Gaza ed il blocco immediato di tutti i rapporti sia istituzionali che commerciali con lo stato genocida di Israele. Molte le realtà che hanno anche minacciato di indire scioperi, e invitano ad ampliare il boicottaggio delle aziende e delle case farmaceutiche che hanno rapporti economici e investimenti con lo stato israeliano come le banche, l’azienda Leonardo, ENI, Carrefour, Mc Donald’s, Starbucks, l’israeliana Teva e molti altri marchi famosi.

Attraverso striscioni, immagini di bambini affamati, e tantissime bandiere palestinesi si è voluto far arrivare il messaggio a tutti i cittadini di Bergamo, alle istituzioni, ai direttori sanitari, alle università e a chi ancora non ha preso posizione affinché si possa rendere conto che la storia non perdonerà chi si è voltato dall’altra parte.

Ed è meraviglioso vedere, durante il passaggio del corteo, persone che si affacciano dalle finestre e dai balconi venire travolti da un fiume di emozioni e senso di commozione per il messaggio che si è voluto far arrivare. Allora ti rendi conto che il messaggio è arrivato e che, corteo dopo corteo, il fiume di persone si trasformerà in un mare. Il mare della speranza; quel mare su cui la Global Sumud Flotilla sta navigando verso Gaza per rompere questo assedio e rompere il silenzio che il mondo politico ha deciso di adottare. Perchè i popoli sono liberi, non schiavi dei loro governi. E quando si tratta di ingiustizie non c’è governo che tenga che possa fermare i popoli dalla loro libertà di esprimere dissenso e di agire e combattere pacificamente per riconquistarla.

Con la Penna di

Youssef Ait Abbou

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Bergamo per la pace